E se l’iconica canzone “Wind Of Change” della metal band teutonica Scorpions fosse in realtà stata scritta dalla CIA? L’affascinante teoria è al centro di un podcast firmato Pineapple Street Studios, Crooked Media e Spotify, realizzato dal giornalista investigativo statunitense Patrick Radden Keefe.
Ascolta il Podcast Wind of Change
Il podcast prende il nome dalla famosissima ballata rock che ha contrassegnato la fine degli anni ’80. Ufficialmente è il cantante della hard rock band Klaus Meine ad averla composta, ispirandosi a ciò stava accadendo in quegli anni in Europa e, in particolare, nella Germania in piena Guerra Fredda, tanto da diventare per molti una vera e propria colonna sonora della Caduta del Muro di Berlino e della riunificazione del Paese.
Patrick viene a conoscenza tramite un passaparola di questa stramba teoria: la CIA avrebbe composto la canzone come arma di propaganda, per contribuire alla caduta dell’impero Sovietico e a creare una sorta di “coscienza unificatrice” nei cittadini. Come viene ricordato anche durante gli 8 episodi che compongono il podcast, non sarebbe la prima volta che i servizi segreti utilizzano l’intrattenimento come copertura.
Ne è un esempio lampante l’operazione di salvataggio ideata dall’agente Tony Mendez in Iran per riportare a casa alcuni diplomatici americani intrappolati nel Paese a seguito dalla rivoluzione islamica del 1979 (raccontato dal film diretto e interpretato da Ben Affleck, Argo): con il nome in codice “Canadian Caper”, l’operazione utilizzò come copertura la scusa di un sopralluogo per un film di fantascienza da realizzare proprio in Iran e che si sarebbe dovuto chiamare “Argo”.
“Wind of Change” cerca di ripercorrere la storia della canzone, partendo dalla strana voce raccolta da un amico del giornalista per voce di una fonte apparentemente attendibile. La ricerca porterà Patrick ad intervistare figure chiave con l’obiettivo di trovare una risposta a questo affascinante mistero, come l’ex manager Doc McGhee dal passato controverso, ex agenti della Cia e addirittura lo stesso leader degli Scorpions, Klaus Meine.
C’è spazio anche per il famosissimo Moscow Music Peace Festival tenutosi a Mosca nel 1989, per comprendere motivazioni che hanno spinto ad organizzare un concerto metal proprio nella capitale Sovietica, e per altri importanti vicende che hanno trasformato radicalmente il corso degli eventi a cavallo tra gli ’80 e i ’90.
Le puntate del podcast (in lingua inglese) scorrono velocemente e coinvolgono gli ascoltatori, soprattutto coloro che quegli anni li hanno vissuti personalmente e che associano immediatamente la canzone “Wind of Change” con la Caduta del Muro.
Ogni episodio dura solitamente poco meno di 50 minuti ed è costruito in modo impeccabile, lasciandoci sulle spine fino alla fine di questa particolare indagine. Sarà l’intervista al leader degli Scorpions nella puntata finale, infatti, a svelare (forse) l’arcano sulla vicenda. Tranquilli: niente spoiler qui!
Insomma, “Wind Of Change” è uno show davvero ben fatto, che consiglio senza ombra di dubbio, in particolare se siete appassionati di musica rock/metal, di storia e di spionaggio. Purtroppo è necessaria la comprensione dell’inglese: tuttavia, anche se non avete un livello molto alto, il parlato è chiaro e i dialoghi non sono particolarmente complessi.